Il PRI chiarisce la vera storia dell'espulsione di un suo iscritto (Giorgio La Malfa)

L’onorevole Giorgio La Malfa se desiderava avere agibilità politica nel PRI ci doveva pensare il 2 dicembre del 2010 quando, in modo del tutto autonomo, firmò la mozione di sfiducia al governo Berlusconi.

Tuttavia, il 10 dicembre di quello stesso anno fu convocata la Direzione Nazionale per discutere nel merito della questione di fiducia ma l’onorevole La Malfa decise di non parteciparvi. La Direzione nazionale, a stragrande maggioranza, decise di appoggiare il governo Berlusconi, concedendo la fiducia.

L’onorevole La Malfa non è quindi vittima dei dirigenti del PRI, ma avrebbe voluto esserne il carnefice. Purtroppo per lui, non ci è riuscito.

Finiamola pure una volta per tutte con la barzelletta della lettera a Berlusconi di cui era stato informato il segretario nazionale.

Il segretario nazionale in effetti fu informato di una lettera alle 13:00 circa del 5 settembre 2009 mentre, come si evince dalle dichiarazioni pubbliche dell’onorevole La Malfa e dalla lettera pubblicata sul Corriere della Sera, l’onorevole La Malfa l’aveva già spedita il 4 settembre.

Un repubblicano per bene non imbroglia mai e soprattutto non imbroglia il segretario del suo partito. Il problema non è di merito: il codice di procedura penale vale quanto e forse di più del codice penale.

Questa la dichiarazione del portavoce del Partito repubblicano, Riccardo Bruno.